Pro Civicum apre le iscrizioni del primo Corso di formazione politica.

La scuola di formazione politica Pro Civicum ha approvato il regolamento del 1° Corso che inizierà il 22 marzo p.v. Detta scuola è annessa all’Associazione Civico – Culturale Galatina al Centro.

Il Corso si compone di 8 seminari che si svolgeranno presso la sede di Galatina al Centro che si trova in Piazza Alighieri n. 13. L’ultimo seminario è previsto per martedì 19 Aprile. I Docenti dei seminari in sequenza sono: Sen. Avv. Giovanni Pellegrino, Sen. Prof.ssa Adriana Poli Bortone, Sen. Prof. Giorgio De Giuseppe, Dott. Raffaele Parlangeli, Prof. Fabio De Matteis, Dott. Marco De Giorgi, Avv. Vincenzo Specchia e Dott. Antonio De Donno. Le tematiche oggetto dei seminari affronteranno vari argomenti tutti da considerarsi utile ed imprescindibile bagaglio per chi si accinge a partecipare attivamente alla vita politica della propria città.

Il Corso è aperto a 20 partecipanti; 10 posti sono riservati agli iscritti a Galatina al Centro; è gratuito e l’ammissione avviene in ordine cronologico di presentazione delle istanze. I seminari si terranno nei giorni di martedì e venerdì dalle 18.00 alle 19:30. Le istanze dovranno pervenire entro e non oltre 10 giorni di calendario dalla pubblicazione sulle testate locali on line (09 marzo 2022) , inviando una mail all’indirizzo:  galatinaalcentro@gmail.com.

L’istanza, oltre a contenere i dati anagrafici, deve essere corredata di copia della carta di identità. Il Corso si svolgerà di norma in presenza presso la sede di Galatina al Centro sita in Piazza Alighieri n. 13.                 

Al termine del Corso sarà rilasciato attestato di frequenza.                 

Per informazioni:

Avv. Vincenzo Specchia 348.2861778

Avv. Claudio D’Ippolito  328.0077156

IL SOVRAINDEBITAMENTO E GLI STRUMENTI PER SUPERARLO

Un salvagente per non affogare nei debiti.

Credits immagine: www.fe.camcom.it/arbitrato/composizione-delle-crisi-da-sovraindebitamento

In questi anni l’emergenza da Covid 19 ha stravolto drasticamente il panorama socio-economico mondiale, lasciando un segno indelebile nella memoria delle generazioni di quest’epoca. La geografia occupazionale italiana ha fatto emergere le lacune di un sistema che non ha scommesso fino in fondo nella formazione tecnologica e nelle diverse modalità lavorative. Difatti, già con la Legge 81/2017, si introduceva la possibilità di sottoscrivere accordi individuali per definire forme di flessibilità lavorativa ma raramente ha trovato applicazione prima della pandemia. La crisi di molti settori è stata inevitabile.

Le stime dei maggiori istituti bancari rilevano che quella attuale è una delle peggiori recessioni economiche della storia moderna, portando con sé un drammatico aumento dei livelli di povertà.

Il nostro Governo ha ritenuto necessaria introduzione di misure di sostegno al reddito per famiglie e imprese, che poco o niente hanno significato di fronte ad una catastrofe. La crisi e la chiusura definitiva di molte attività ha determinato l’insostenibilità dei debiti, non solo fiscali o contributivi, ma anche quelli legati a beni come la prima casa; e sappiamo quanto quest’ultima specialmente faccia parte della cultura del nostro paese.

L’emergenza sanitaria, divenuta economica, ha amplificato le condizioni già esistenti di sovraindebitamento, quello stato di crisi irreversibile che espone il debitore a precetti, pignoramenti, aste giudiziarie e quanto altro porta all’emarginazione economica e sociale.

Al fine di porre rimedio e di prevenire le conseguenze estreme del sovraindebitamento è stata introdotta nel nostro sistema giuridico la Legge n. 3/2012 intitolata: “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento”. Questa Legge, la cosiddetta “salva suicidi”, attraverso l’art. 15 comma 1, permette agli Enti Pubblici di creare un Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento con l’obiettivo di dare l’opportunità a debitori meritevoli di superare la crisi stessa.

Dare evidenza di questa legge ai cittadini è fondamentale e gli Enti pubblici, come il comune di Galatina, devono fare il possibile per permetterne la costituzione. In questo, altri comuni ci hanno già preceduto.

L’attività dell’OCC consiste, preliminarmente, nella valutazione dei requisiti del soggetto. La proposta è ammissibile quando il debitore non è assoggettabile alle procedure previste all’art.1 del R.D. 267/42 e successive modificazioni (art. 7 comma 2, Legge 03/2012). Infatti, consumatori, professionisti, imprenditori minori e agricoli, start up e ogni soggetto non fallibile possono ricorrere agli strumenti previsti dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza. In seguito viene ricostruita la storia debitoria, con l’importante valutazione che tale condizione non sia stata determinata dall’acquisto di beni superflui, che siano stati compiuti atti in frode ai creditori e che lo stato dell’indebitamento e della crisi non sia momentaneo.

Verificati questi requisiti, il debitore potrà scegliere tra diverse alternative: accordo di ristrutturazione del debito, piano del consumatore, liquidazione del patrimonio ed esdebitazione del debitore incapiente.

In sostanza la Legge 3/2012 e la conseguente composizione dell’OCC rappresenta un’opportunità concreta per i cittadini per prevenire il degrado sociale e per offrire l’opportunità di Fresh Restart, cioè una ripartenza senza debiti. Il Comune di Galatina in questo modo assumerebbe un atteggiamento di ulteriore prossimità con la consapevolezza che il servizio offerto è l’occasione per ripartire da zero con una nuova vita.

Segreteria Galatina al Centro

Pierantonio Mengoli

Piazza San Pietro: tra storia e presente

Interviste ai gestori dei locali della movida galatinese

Piazza San Pietro (foto tratta da “Galatina Storica” – Facebook)

Piazza San Pietro attualmente è collocata in quell’area che un tempo era l’acropoli della urbs medievale. L’acropoli odierna, invece, è la collina su cui sorge l’ospedale. È evidente come l’asse del tessuto residenziale, dal medioevo ad oggi, abbia subìto uno spostamento considerevole. Tra l’altro, mentre anticamente si entrava in piazza varcando la soglia di Porta Maggiore, oggi, non esistendone più traccia, l’ingresso è diretto. Porta Maggiore, come si deduce dal suo nome, rappresentava l’accesso principale, fuori porta era tutto campagna. Porta Luce, Porta San Pietro e Porta dei Cappuccini sono le altre storiche entrate, un tempo unite dalle mura di cinta e ora dislocate nel centro urbano.

Nonostante l’ampiezza della piazza, una volta all’interno si ha la sensazione di essere accolti da un caloroso abbraccio e contemporaneamente affascinati dalla maestosità della facciata della Chiesa Madre. La Chiesa, dedicata in un primo momento all’Immacolata Concezione di Maria e solo successivamente all’apostolo San Pietro, risale ad epoca abbastanza antica, anche se non si conosce con esattezza l’anno della sua fondazione. Approssimativamente si può fissare il 1355 come anno di inizio della sua costruzione. Quella che noi oggi possiamo ammirare è comunque il frutto di un rifacimento avvenuto tra gli anni Trenta e Quaranta del XVII secolo perché versava in cattive condizioni statiche. Lo stile è barocco, e non mancano pregevoli motivi d’architettura sulla facciata e all’interno.

Posizionandosi al centro della piazza si possono ammirare diverse opere monumentali con un unico sguardo panoramico: la scenografica facciata della Chiesa Madre; la terrazza ottocentesca del Palazzo Ducale, che corre lungo un lato della piazza; la verticalità della Torre dell’Orologio; la minimale architettura della Chiesa di San Paolo, legata al mito del tarantismo. Ed è proprio qui, nel cuore del tessuto urbano galatinese, che troviamo diverse attività commerciali. In questa sede mi soffermerò su cinque locali della movida intervistando i gestori, i quali, ognuno a modo loro, ci racconteranno come sfruttano l’opportunità di lavorare in un grande museo a cielo aperto.


Il locale notturno che vanta più anni di attività è il Keys, e Biagio Masciullo ne è sempre stato il gestore. Quello che oggi riconosciamo come ingresso principale è stato storicamente l’accesso al Bar di Ferdinando Napoli. Per quanto riguarda l’ingresso secondario, in un recente passato, apparteneva alla Gioielleria Nobile, e prima alla storica oreficeria e orologeria Sabella. Posizionato esattamente sotto il Palazzo Ducale è il primo dei locali a darti il benvenuto nella piazza.

Biagio Masciullo – KEYS BAR

Come nasce il Keys?

Il Keys nasce nel 2006 dal progetto di due amici che hanno investito e creduto in un’idea che ai tempi sembrava azzardata.

Cosa offre di tipico il suo locale e qual è il suo target clienti?

Il locale offre colazione, aperitivo rinforzato a pranzo e nel tardo pomeriggio. La notte, poi, si trasforma in lounge bar.

Come ha vissuto e come sta affrontando il giro di vite imposto dal governo a causa della pandemia mondiale ancora in corso?

Seguendo alla lettera tutti i divieti e accortezze del caso sperando che finisca al più presto.

Quando l’uso coatto delle mascherine, il distanziamento sociale e gli assembramenti non rappresenteranno più una preoccupazione, quali sono i suoi progetti per il futuro?

Semplicemente tornare a tutto ciò che si poteva fare prima.

Lei cosa chiederebbe all’attuale amministrazione comunale per agevolare il suo lavoro?

Tenendo presente il periodo particolare, l’amministrazione non può fare grandi cose. Però in passato l’ho percepita vicina alle attività del centro storico, accontentandoci ad ogni richiesta. Mi permetto di dire che l’unica cosa che avrei gradito è una miglioria nell’arredo del centro urbano per renderlo più accogliente.

Seguendo come criterio l’ordine cronologico d’apertura, appena s’imbocca Corso Garibaldi, esattamente di fronte alla Chiesa di San Paolo, non passa inosservato per vivacità Al Posticino di Andrea Notaro e Piero Lagna. Anni fa questo esercizio era occupato da un ufficio della compagnia assicurativa “La Previdente”.

Andrea Notaro e Piero Lagna – AL POSTICINO

Come nasce Al Posticino?

Al Posticino nasce per gioco, dalla voglia di avere un punto di ritrovo con i nostri amici. Amici che in questi cinque anni di attività son diventati davvero tanti.

Cosa offre di tipico il vostro locale e qual è il vostro target clienti?

Si vocifera che da noi si beva bene e che la musica sia piacevole. Abbiamo avuto il piacere di ospitare, nel tempo, live strepitosi e dj set ricercatissimi. Speriamo al più presto di poterli riproporre.

Come avete vissuto e come state affrontando il giro di vite imposto dal governo a causa della pandemia mondiale ancora in corso?

Al Posticino è un’isola felice, pertanto preferiamo non parlare di pandemia.

Quando l’uso coatto delle mascherine, il distanziamento sociale e gli assembramenti non rappresenteranno più una preoccupazione, quali sono i vostri progetti per il futuro?

I progetti per il futuro sono tanti ed ambiziosi, riusciremo a sorprendervi come abbiamo sempre fatto!

Voi cosa chiedereste all’attuale amministrazione comunale per agevolare il vostro lavoro?

Inviteremmo chi di competenza ad abbattere la burocrazia pazzesca che bisogna superare, e dopo averli inebriati con un paio di drink avanzeremmo la richiesta di avere Vasco Rossi in Piazza San Pietro!!!

A seguire, in via Vittorio Emanuele II, a pochi metri dalla Torre dell’Orologio, è situato Roger65. I gestori Carlo Liuzzi e Federica Pasanisi sono una garanzia: coppia nella vita e nel lavoro. Le porte del locale erano gli ingressi di due storiche attività: un alimentari e la merceria Scarpa. Di quest’ultima la porta originaria e la volta a stella della sala interna sono state sapientemente lasciate immutate.

Carlo Liuzzi e Federica Pasanisi – ROGER65

Come nasce Roger65?

Roger65 nasce dalla voglia di avere un’attività tutta nostra, in cui poter esprimere al meglio la nostra passione, frutto di tanti anni di studio e gavetta, e la nostra incessante voglia di sperimentare e testare cose nuove e diverse rispetto a quello che normalmente si trova in commercio.

Cosa offre di tipico il vostro locale e qual è il vostro target clienti?

Da noi si servono esclusivamente bevande artigianali alcoliche e analcoliche, elaborate con le migliori materie prime e studiate per offrire ai clienti vere e proprie esperienze gustative senza l’utilizzo di prodotti industriali.

Come avete vissuto e come state affrontando il giro di vite imposto dal governo a causa della pandemia mondiale ancora in corso?

Essendo prettamente un cocktail bar, abbiamo dovuto mantenere la saracinesca abbassata per svariati mesi a causa dell’incompatibilità degli orari di apertura che erano stati stabiliti dal governo. In questo periodo di fermo non ci siamo demoralizzati, abbiamo approfittato del tempo a disposizione per studiare nel laboratorio annesso al locale nuovi prodotti artigianali per le nostre bevande. Dopo una straordinaria e soddisfacente stagione estiva, speriamo vivamente che questo brutto periodo finisca quanto prima e che ci diano la possibilità di continuare a fare il nostro lavoro in maniera spensierata e serena, senza vincoli e restrizioni.

Quando l’uso coatto delle mascherine, il distanziamento sociale e gli assembramenti non rappresenteranno più una preoccupazione, quali sono i vostri progetti per il futuro?

I nostri progetti futuri sono rivolti al continuo miglioramento ed ampliamento delle offerte dedicate al beverage, puntando sempre e solo sulla massima qualità.

Voi cosa chiedereste all’attuale amministrazione comunale per agevolare il vostro lavoro?

All’amministrazione comunale chiediamo una maggiore sinergia affinché il centro storico e tutte le attività abbiano una maggiore affluenza di persone non solo nei mesi estivi, ma anche in altri periodi dal momento che la nostra città è bella e accogliente 365 giorno l’anno!

La riapertura delle attività commerciali, avvenuta a fine maggio scorso, subito dopo l’ultimo lockdown, ha visto dare il via ad un nuovo locale nella nostra piazza: Ai Calici, anch’esso situato nei pressi del Palazzo ducale. Giambattista Tartaro, Federico Marra, Riccardo Romano e Davide Vallone sono i gestori che, quasi per caso, hanno deciso, non molti mesi fa, di intraprendere quest’avventura. Sebbene trattasi di volti nuovi in questo settore, la loro scommessa ha tutte le carte in regola per rivelarsi vincente. In un recente passato la location  era divisa in due parti: una occupata dalla Farmacia Prato (già Campa), l’altra dall’ortopedia De Giovanni.

Davide Vallone, Riccardo Romano, Federico Marra, Giambattista Tartaro – AI CALICI

Come nasce Ai Calici?

Ai Calici nasce con l’idea di offrire quello che mancava nel salotto più bello della nostra città e con l’obiettivo di riappropriarsi di un posto magico, facendolo diventare “casa”. La nostra location si presta particolarmente per un aperitivo o una cena informale.

Cosa offre di tipico il vostro locale e qual è il vostro target clienti?

Ai Calici puoi fare un aperitivo scegliendo tra stuzzichini caserecci, ottimi taglieri di salumi e formaggi, crostoni farciti o la tipica “cumma” e sorseggiando dell’ottimo vino naturale o un buon cocktail. Ma a fare realmente la differenza è la delicatezza nei particolari, le attenzioni dello staff sempre col sorriso e l’aria distesa che si respira: atmosfera che solo un gruppo di amici che si conoscono da una vita possono regalare!

Come avete vissuto e come state affrontando il giro di vite imposto dal governo a causa della pandemia mondiale ancora in corso?

Le misure di distanziamento fisico, necessarie ad arginare i contagi, stavano causando l’isolamento delle persone determinando forti disagi, soprattutto di natura sociale. Mai come in questo periodo abbiamo compreso il valore della presenza, della relazionalità e della condivisione. Per molti, poi, non è stato neppure possibile godere di uno spazio all’aperto, rendendoci tutti molto soli davanti ad un pc o ad uno smatphone. Mai come in questo momento ci siamo sentiti uniti tramutando i giorni perduti in giorni di riflessione, certi che dietro ogni crisi esiste un’opportunità! Abbiamo realizzato che noi quattro insieme avremmo potuto tirar fuori qualcosa che mancava e che andasse oltre il periodo emergenziale.

Quando l’uso coatto delle mascherine, il distanziamento sociale e gli assembramenti non rappresenteranno più una preoccupazione, quali sono i vostri progetti per il futuro?

Progetti per il futuro? Tanti e nuovi, ma preferiamo non anticiparvi nulla. Quando tutto non sarà più una preoccupazione avremo un nuovo modo di farvi vedere le cose. Per ora ci auguriamo che la diffidenza e la paura passi il più presto possibile e che tutto torni alla normalità.

Voi cosa chiedereste all’attuale amministrazione comunale per agevolare il vostro lavoro?

Sarebbe bello, appena possibile, avere a disposizione un calendario di eventi culturali nella nostra città, la liberalizzazione di eventi sportivi e di danza in piazza con relativo allestimento di strutture e palchi ad hoc, un miglioramento dell’arredo e del decoro urbano (soprattutto nella pulizia di marciapiedi, strade e spazi verdi), la riqualificazione di aree pubbliche, piazze e strade di competenza comunale, il mantenimento di metri quadri extra per dehor a costi adeguati.

La celeberrima gioielleria Negusini ha di recente lasciato il posto a Vanesio: un cocktail bar firmato Alessandro De Pascalis e Biagino De Matteis, già autori del ristorante Anima&Cuore e della birreria Spranto. Dal locale si ha il prospetto sia dell’imponente facciata della Chiesa Madre, che sembra quasi di poterla toccare tanto è la vicinanza, sia della parte esterna della navata destra.

Alessandro De Pascalis e Biagino De Matteis – VANESIO, ANIMA&CUORE e SPRANTO

Come nasce Vanesio?

Vanesio nasce per colmare un vuoto all’interno della nostra splendida piazza San Pietro dando così a local e turisti un punto di riferimento per il food&beverage di qualità.

Cosa offre di tipico il vostro locale e qual è il vostro target clienti?

Cerchiamo al momento di differenziarci offrendo un menù di piatti a km0, etnici e internazionali.

Come avete vissuto e come state affrontando il giro di vite imposto dal governo a causa della pandemia mondiale ancora in corso?

Il rapporto lavorativo non è cambiato, ci siamo solo adeguati affrontando in maniera positiva quello che è il periodo storico. Crediamo nelle nostre capacità supportati da oltre 26 anni di esprerienza nel settore. Basti pensare che l’idea di realizzare Vanesio nasce in piena Pandemia!

Quando l’uso coatto delle mascherine, il distanziamento sociale e gli assembramenti non rappresenteranno più una preoccupazione, quali sono i vostri progetti per il futuro?

La preoccupazione maggiore non deriva dalla pandemia, ma dalla volontà delle istituzioni locali nel voler o meno far sì che Galatina ritorni ad essere, come negli anni ’90, punto di riferimento della provincia di Lecce. Non si vive di solo pasticciotto!

Voi cosa chiedereste all’attuale amministrazione comunale per agevolare il vostro lavoro?

Responsabilità e collaborazione da parte degli uffici preposti; apertura e nuovo regolamento per dehor. È impensabile che tutto si debba ridurre al solo periodo estivo!


Avere un locale nella splendida piazza San Pietro è un onore e un onere: se da una parte facilita il lavoro dei gestori dall’altra, sicuramente, implica impegno e abilità nel sfruttare al meglio le potenzialità del proprio territorio.

Il far divertire la gente, dedicarle attenzioni e metterla a proprio agio non sono virtù così comuni e banali come si potrebbe pensare! Dalle risposte alle domande da me proposte si evince che si tratta di gestori, anzi di persone, che quotidianamente ci mettono passione, impegno e abnegazione. Certo è che di base avranno una predisposizione innata nell’intercettare i bisogni della loro clientela e una buone dose di ottimismo e solarità.

Tra loro c’è chi fa da anni questo lavoro e chi, invece, l’ha scelto recentemente, ma le file rouge risiede nella voglia di far e veder sorridere le persone che scelgono di trascorrere il tempo libero nel loro locale, soprattutto dopo i lockdown che ci siamo appena lasciati alle spalle. C’è, poi, chi lo fa a tempo pieno e chi come secondo lavoro: i primi attingono da anni di esperienza nel settore, i secondi dalle competenze della loro occupazione principale.

Se a questo aggiungiamo la voglia di migliorarsi e di superare se stessi ricercando prodotti e offrendo servizi sempre al passo con le esigenze della loro clientela, c’è da fare un plauso a questi signori!

Francesca Rossana Marra

                                                                                                                       

Il Quartiere Fieristico va tutelato. Presentato il ricorso al Capo dello Stato.

La classe politica che ha governato la nostra città prima dell’avvento della seconda Repubblica, ha avuto sicuramente il merito di aver lasciato a noi alcune opere pubbliche che hanno dato lustro a Galatina, attribuendole una ben precisa identità. Le opere pubbliche alle quali mi riferisco sono costituite dall’Ospedale Santa Caterina Novella e dal Quartiere Fieristico.

Occorre riconoscere, soprattutto all’On. Beniamino De Maria, la lungimiranza che lo portò a dotare Galatina di una struttura ospedaliera senza pari, almeno da Brindisi sino al Capo di Leuca. Nel 1964, infatti, quando venne inaugurato il Santa Caterina Novella non esisteva il nuovo Fazzi, né il Perrino di Brindisi. Scelta ancora più felice fu quella di dotare Galatina di un Quartiere Fieristico (la terza struttura fieristica in Puglia dopo Bari e Foggia) che fosse all’altezza di accogliere la Fiera Campionaria che non poteva essere più accolta dall’edificio scolastico di Piazza Fortunato Cesari. Galatina si è così trovata ad avere una struttura fieristica sede adeguata non solo della blasonata Fiera Campionaria; infatti non è un caso che al termine del secolo scorso, con l’avvento degli anni 2000, una serie di eventi hanno trovato, negli spazi del Quartiere Fieristico, la sede di grande richiamo per il Salento e non solo. Chi non ricorda Birra in Fiera, Lecce Arredo, Agrogepaciok, Promessi Sposi ed altri ancora? Dopo la prima decade del nuovo millennio questi eventi sono trasmigrati per lo più a Lecce. Alcuni promotori di questi eventi sono ancora legati alla buona riuscita delle edizioni tenute nella nostra città. Sono rimasto veramente meravigliato quando il promotore di Promessi Sposi mi ha riferito che l’evento al Quartiere Fieristico di Galatina aveva un successo maggiore rispetto allo stesso evento tenuto a Lecce in Piazza Palio. Il motivo? Presto detto: la centralità di Galatina nel Salento rispetto alla più decentrata Lecce!

Queste nostre importanti opere pubbliche – l’Ospedale e la Fiera -costituiscono un’identità ben precisa della nostra città che va tutelata a tutti costi!  Oggi, con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, abbiamo un’opportunità probabilmente irripetibile: finanziare il rilancio che indubbiamente l’Ospedale e il Quartiere Fieristico meritano. Sono queste le ragioni che hanno spinto “Galatina al Centro”, congiuntamente Pubblivela srl (Promessi Sposi) e a l’Emme Plus (Lecce Arredo), a presentare il ricorso al Capo dello Stato per chiedere l’annullamento della delibera consiliare con cui l’Amministrazione Comunale ha deciso di destinare parte del padiglione giallo del Quartiere Fieristico a sede del Centro dell’Impiego a sevizio dei Comuni di Galatina, Soleto, Sogliano, Cutrofiano, Aradeo, Neviano e Seclì.

Il Presidente
Vincenzo Specchia

Formare la classe dirigente politica del futuro è l’obiettivo della Scuola di formazione politica CIVICUM

Alessandro Delli Noci durante la presentazione del libro “CIVISMO – La visione e le idee di un futuro possibile”.

L’incontro di domenica 10 presso l’Hotel Hermitage di Galatina, per la presentazione del libro di Alessandro Delli Noci dal titolo “Civismo – La visione e le idee di un futuro possibile”, ha riscontrato grande interesse sia per la partecipazione di molte persone, sia per i contenuti espressi dall’autore e arricchiti dagli interventi dei senatori Giorgio de Giuseppe e Giovanni Pellegrino.

Nella seconda parte dell’incontro il Presidente di Galatina al Centro, Vincenzo Specchia, si è soffermato sull’obiettivo primario dell’Associazione: “è importante recuperare la centralità – partendo dal distretto di appartenenza – che Galatina prima aveva”.

Vincenzo Specchia – Presidente di Galatina al Centro

Infine, l’argomento al quale è stata attribuita maggiore attenzione è stato quello della formazione politica.

La Scuola Civicum può costituire un punto di forza della nostra città perché in provincia non esiste esperienza analoga e pertanto anche questo è un tassello importante per riaffermare la centralità di Galatina. Il Direttore Scientifico di Civicum, dott. Fabio De Matteis, docente di Economia delle Aziende Pubbliche dell’Università di Bari, ha illustrato le finalità della Scuola e i contenuti del 1° Corso.
Il programma si articolerà in otto seminari che spaziano su diversi argomenti, tutti di grande interesse, come il ruolo degli organi di governo sovranazionale, le cariche politiche negli enti locali, la comunicazione nella politica e altri ancora. Tutti i dettagli saranno a breve pubblicati sul sito dell’Associazione www.galatinaalcentro.it.

L’Assessore Regionale Delli Noci ha augurato “buon lavoro alla neonata associazione Galatina al Centro, che ha l’ambizione e l’obiettivo di formare, con una vera e propria scuola politica, i dirigenti del futuro”.

REFERENDUM GIUSTIZIA GIUSTA E INCONTRO SUL COMMERCIO

Continua incessante l’impegno dell’Associazione Galatina al Centro che nel giro di pochi giorni si farà promotrice di due momenti di aggregazione e impegno civico.

Domenica 26 settembre, in piazza Alighieri, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 sarà allestito un banchetto per la raccolta firma per il referendum sulla Giustizia. Sono 6 i quesiti proposti: riforma del CSM, responsabilità diretta dei magistrati, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere dei magistrati, limiti agli abusi della custodia cautelare e abolizione del Decreto Severino. È sufficiente avere con sé un documento di riconoscimento in cui sia presente una propria foto. Esempio: carta d’identità, patente o passaporto.

Giovedi 30 Settembre l’appuntamento è invece nella Sala Monsignor Pollio presso la Chiesa di San Biagio. Galatina al Centro ha organizzato un incontro per il rilancio del commercio e dell’artigianato galatinese che tratterà i seguenti temi: Smartduc, Proximity Marketing e Programmazione Natale 2021.
Un’occasione di confronto tra le Associazioni di categoria, parteciperanno Confcommercio, Confesercenti e Confartigianto, il tessuto economico cittadino e l’Amministrazione Comunale.

Sono invitati a partecipare all’incontro tutti i commercianti, gli artigiani, gli esercizi di somministrazione e tutti gli imprenditori e cittadini che hanno a cuore il rilancio di Galatina.
Dopo l’introduzione dei lavori a cura del Presidente di Galatina al Centro, Vincenzo Specchia interverranno nell’ordine: Nicola Mauro – Assessore al Commercio e alle attività produttive del Comune di Galatina, Maurizio Maglio – Presidente provinciale di Confacommercio, Luigi Derniolo – Presidente provinciale Confartigianato Imprese Lecce, Antonio Magurano – Presidente provinciale di Confesercenti, Adalberto Perrone – Direttore ICSONE, concessionario piattaforma SmartDUC. Il moderatore dell’incontro sarà Tommaso Moscara.

Sul Quartiere Fieristico decidano i cittadini

Negli ultimi giorni la sorte del Quartiere Fieristico di Galatina è stata oggetto di articoli e prese di posizione di consiglieri comunali e operatori del settore. Galatina al Centro, che ho il piacere di presiedere, con il primo articolo sulla Fiera di Galatina, ha lanciato il classico sasso nello stagno. Eppure la delibera consiliare n°27 del 2021, che stabilisce che parte del Quartiere Fieristico sia destinato agli uffici del Centro per l’Impiego, risale alla vigilia della festa dei Santi Patroni!

Lasciando da parte polemiche che sicuramente non sono utili alla causa che interessa i cittadini di Galatina, desidero brevemente soffermarmi sui tre elementi che più contano: destinazione d’uso dell’immobile, visione degli operatori del settore, identità galatinese.

Il primo argomento di rilievo è che alcuni consiglieri hanno precisato che il loro voto favorevole, e quindi quello dell’Amministrazione, non preclude il futuro del Quartiere Fieristico, che potrà convivere con gli uffici del Centro dell’Impego. Su tale posizione noi di Galatina al Centro non concordiamo perché la scelta deve essere netta: o l’una o l’altra. Solo così si potrà portare avanti il progetto del rilancio del Quartiere Fieristico di Galatina.

Promessi Sposi – Manifestazione di successo che si svolgeva a Galatina.

Il secondo aspetto che qui rileva, certamente più del primo, è costituito dalla forte posizione assunta da diverse agenzie di organizzazione di eventi del Salento (e della Puglia) che hanno aspramente criticato il deliberato del Consiglio Comunale, smentendo la posizione di chi ha sostenuto il de profundis delle fiere.

Inoltre, nella fattispecie, ne va di mezzo l’identità della nostra città. Non bisogna dimenticare, infatti, che da Bari in giù l’unico Polo fieristico è quello della nostra città che, con orgoglio, dobbiamo difendere.  Ci piace ricordare che il Quartiere Fieristico è stato uno dei risultati migliori della politica lungimirante, con la P maiuscola, che ha visto, nel ventennio dal sessanta agli anni ottanta, il notevole impegno e i grandi risultati della famiglia De Maria. Secondo Galatina al Centro sulla problematica in questione è opportuno che i cittadini esprimano la propria opinione, la quale può costituire un utile indirizzo per il Consiglio Comunale.

Non è più tollerabile che scelte tanto importanti per il futuro della nostra città siano prese senza sapere cosa ne pensano i cittadini.
Nel programma elettorale dell’amministrazione in carica è scritto a chiare lettere il principio della partecipazione del cittadino nelle scelte fondamentali. E sempre all’interno dello stesso programma è previsto il rilancio del Quartiere Fieristico mediante ”l’organizzazione di eventi fieristici destinati a settori specifici”. Se tanto è vero, Galatina al Centro perseguirà con determinazione l’interesse dei cittadini chiamandoli a partecipare a una scelta così importante quale quella del rilancio del Quartiere Fieristico. Dovrebbero essere loro a stabilire se ”il mercato fieristico a Galatina è un cadavere”.

Presidente
Galatina al Centro
Vincenzo Specchia

GALATINA E L’IDENTITA’ PERDUTA

A cavallo tra la fine degli ‘60 e i primi anni ’80 Galatina poteva vantare una classe politica lungimirante e visionaria, che nel giro di due decenni regalò alla città due infrastrutture d’importanza strategica per il territorio: l’ospedale Santa Caterina Novella (inaugurato nel 1969) e il Quartiere Fieristico (inaugurato nel 1984).
Ben presto entrambe le opere segnarono indelebilmente la storia galatinese offrendo dei servizi alla cittadinanza e, al contempo, creando un importante indotto economico che ricadde sull’intera città.
Il Santa Caterina Novella e il Quartiere Fieristico conferirono a Galatina una vera identità a vocazione sanitaria e commerciale, che la distingueva dagli altri comuni del Salento che ad essa guardavano come punto di riferimento.

La vicenda dell’ospedale è ormai nota e il percorso di depotenziamento dello stesso sembra ormai irreversibile, nonostante gli sforzi di alcuni gruppi di cittadini che hanno cercato di sostituirsi a una latitante classe politica. Ci perdonino i nostri nonni se non siamo riusciti a difendere un bene così prezioso che ci avevano lasciato in dote.

Ma è notizia di queste settimane che stia per cadere anche l’ultimo baluardo dell’identità galatinese: con la delibera n. 27 del Consiglio Comunale del 28/06/2021 è stato stabilito che Il Quartiere Fieristico (o meglio, parte di esso) sarà riqualificato per ospitare gli uffici del nuovo Centro per l’Impiego di Galatina ed i comuni di Aradeo, Cutrofiano, Neviano, Seclì, Sogliano Cavour, Soleto. A questo, dovrebbe poi seguire la creazione di un centro di formazione e riqualificazione professionale, una fantomatica, ma ancora non ben definita, “Industry Academy Multisettoriale”.

Tutto molto interessante, se fosse un modo per ridare vita a una porzione del Quartiere Fieristico e intraprendere un processo di riqualificazione di un contenitore di eventi che, per decenni, hanno dato lustro a Galatina.

Invece, il provvedimento è stato approvato dall’intera maggioranza con l’intento di cambiare definitivamente la destinazione d’uso dell’immobile, per giunta senza nessun sussulto da parte dell’opposizione. Anzi il provvedimento è stato accompagnato da dichiarazioni preoccupanti del consigliere De Matteis: “Il mercato fieristico è un cadavere ovunque nel mondo e Galatina non fa eccezione in questo. E quando un mercato è morto, non ha senso continuare ad investire”. Il consigliere continua. “faccio i complimenti all’assessore Mauro che ha tenuto le interlocuzioni necessarie e a tutta la Giunta per aver preso atto di questa morte ed aver sancito la fine della vocazione fieristica per il nostro quartiere fieristico”.

Affermazione singolare, e al tempo stesso inquietante, se si pensa che interi distretti strategici del Made in Italy si sorreggono su alcune fiere di settore che accolgono buyers di tutto il mondo, muovendo punti di PIL. Si pensi a Vinitaly o al Salone del Mobile (ma ce ne sarebbero almeno un centinaio da citare).

A dimostrazione che il mondo delle fiere è vivo più che mai ci sono soprattutto i risultati della Ricerca Strategica sull’Impatto del Covid-19 sulle Manifestazioni Fieristiche Italiane di livello internazionale, condotta da GRS Research & Strategy, e promossa dal Comitato Fiere Industria (CFI) e dagli organizzatori fieristici associati, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Lo studio è stato fatto su un campione di oltre 1200 espositori (di cui oltre il 30% esteri) e di oltre 6000 visitatori-buyer (di cui oltre il 30% esteri).
Questi alcuni dei dati più interessanti:
– Il 78% dei buyer ritiene molto importante visitare fiere per la propria professione (per gli esteri 86%).

I ricercatori spiegano così questo dato: La grande crisi che ha travolto il nostro settore, ha portato una conseguenza “positiva”, ossia i buyer hanno capito bene l’importanza delle fiere per il loro processo di acquisto, e se prima il valore era già molto alto, oggi questo dato fa percepire come spesso viene detto in varie situazioni, è solo nell’assenza che si comprende il valore della presenza.”

– La percezione d’importanza delle fiere da parte degli espositori è ancora superiore (79% italiani e 88% esteri).


Su questo dato, i ricercatori affermano: “Le fiere sono sempre stato uno strumento fondamentale per gli espositori, e questa forzata assenza dall’ambiente espositivo ha aumentato ancora di più (per quanto possibile) l’importanza del ruolo delle fiere per le filiere di riferimento.”
Per una lettura integrale dello studio lasciamo di seguito il link: https://www.grsnet.eu/approfondimenti/il-punto-di-vista-di-buyer-ed-espositori-delle-principali-fiere-italiane-importanza-delle-fiere-e-partecipazioni-future.

Quindi, con buona pace del consigliere De Matteis, i numeri sembrano evidenziare che le fiere non erano in crisi in era pre-covid e probabilmente saranno fondamentali per la ripresa economica post-pandemica. E questo trova conferma anche nelle recenti dichiarazioni dell’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci: “Il sostegno al settore fieristico è fondamentale per rilanciare l’economia. Si tratta di un settore dall’indotto notevole – in Italia ogni anno muove 60 miliardi di euro – che include chi organizza le fiere, le imprese che investono e le città che le ospitano, dunque l’accoglienza, la ristorazione ecc.”

Analizzata la situazione generale del settore fieristico, ora entriamo nel merito della decisione politica a livello comunale.

L’Associazione Galatina al Centro trova a dir poco discutibile il tentativo di celebrare il “de profundis” del Quartiere Fieristico. Innanzitutto per una questione d’identità. Galatina, al pari di Bari e Foggia, era l’unica città del Salento che poteva vantarsi di avere un Quartiere Fieristico riconosciuto dalla Regione Puglia. Questo status va assolutamente recuperato e sfruttato a favore della città.

Riattivare Il Quartiere potrebbe significare creare nuovi eventi e fiere di settore, e perché no, anche riportare a Galatina tutte le manifestazioni che, a causa della sopravvenuta inagibilità dello stesso, si sono spostate in altri comuni. Il che aiuterebbe anche a destagionalizzare i flussi turistici.

Inoltre, il recupero del Quartiere Fieristico permetterebbe il ritorno sul territorio galatinese di un indotto economico forse sconosciuto ai più. Ogni fiera di settore genera un flusso di persone e di denaro che muove l’economia di alberghi e b&b, di ristoranti e bar, di negozi al dettaglio e all’ingrosso, di professionalità nel mondo degli allestimenti (artigiani, montatori, elettricisti, service audio/video, etc), interpreti, hostess, facchini, e l’elenco potrebbe non aver fine. Sarebbe linfa vitale per il nostro commercio che non possiamo permetterci di perdere.

Questi motivi ci spingono a credere che non bisogna far l’errore fatto con l’ospedale. Questa volta la cittadinanza deve svegliarsi in fretta e non a giochi fatti, se non vuole esser defraudata di un’altra infrastruttura strategica per Galatina.

A tal fine, l’associazione è al servizio di chiunque voglia farsi sentire e voglia impegnarsi affinché il Quartiere Fieristico conservi la sua vocazione economica, mantenga la sua destinazione di contenitore di eventi, continui ad essere volano per il commercio, l’industria e l’agricoltura del territorio e non venga declassato a mero contenitore di uffici e di progetti senza una visione a lungo termine.

DIRETTIVO GALATINA AL CENTRO

Verso un nuovo revival del Tarantismo. Intervista a Simona Marra.

Con la pandemia si è fermato tutto! «Non temete i momenti difficili. Il meglio viene da lì», affermava il premio nobel Rita Levi-Montalcini. D’altronde non è certamente la prima volta che il fenomeno del tarantismo vive un momento di stasi. In passato ha conosciuto decenni di oblio, per poi ritornare, negli anni Novanta del secolo scorso, al centro dell’interesse di studiosi, antropologi e sociologi. Un ritorno che si è manifestato non solo come oggetto di ricerche, ma anche come pratica coreutico-musicale, coinvolgendo gruppi e singoli, solitamente nel Salento. Tale attività culminava nella celebrazione dei SS. Pietro e Paolo, patroni della nostra città, e ne “La Notte della Taranta” a Melpignano. Simbolicamente questi due appuntamenti fungevano, rispettivamente, da apertura e da chiusura al programma estivo delle sagre salentine. I giovani sono stati i soggetti sociali che, in un recente passato, si sono presentati come gli attori principali di una pratica culturale, mi riferisco alla musica e al ballo, che venne, in un certo senso, reinventata dopo anni di sostanziale interruzione. Clara Gallini, allieva e assistente dell’etnologo napoletano Ernesto De Martino, così definì il verbo “reinventare” nel quadro del tarantismo: «reinventare vuol dire assegnare significati nuovi e diversi e innescare trasformazioni formali in una pratica culturale che non è più quella di prima». Pertanto la pizzica che si ballava nelle piazze, e non, in tempi pre-pandemia, non è quella che De Martino, insieme alla sua équipe, vide e descrisse alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso.

Si è assistito nel Salento a un singolare fenomeno di “riuso” di alcuni aspetti della terapia, in una prospettiva completamente diversa da quella originaria, forse addirittura rovesciata. Dalla complessa ritualità che favoriva l’uscita da uno stato di malessere e sofferenza interiore, si è passati ad un uso fondamentalmente ludico della musica e della danza. La pizzica è diventata una delle componenti forti di un processo di riscoperta dell’identità locale. L’identità locale, però, non acquista valore se non in un contesto che la rende visibile, e l‘evento è la modalità organizzativa che meglio realizza questa finalità: permette la messa in scena, la spettacolarizzazione di una virtuale continuità, di tempo e di luogo, con un passato che viene rivendicato come “nostro”.

Gli annunciati parziali festeggiamenti dei SS. Pietro e Paolo, daranno vita a un altrettanto parziale revival del fenomeno del tarantismo. Anche quest’anno, infatti, la cassa armonica non farà da sfondo, insieme alla splendida facciata della Chiesa Madre, ai festeggiamenti patronali. Per comprendere meglio il significato di questa lunga interruzione dai balli e dalle musiche popolari ho intervistato Simona Marra, insegnante di pizzica e nostra concittadina.

Lei è l’unica su Galatina ad aver creato un corso di pizzica. Com’è nata quest’idea?

Nasce dal bisogno viscerale di riprendere contatto con le persone, con l’ascolto del proprio corpo e dell’ambiente circostante attraverso la musica, e di restituire ogni sensazione attraverso la danza. Ora, come in passato, la pizzica può essere davvero considerata terapeutica.

Chi è maggiormente attratto dal suo corso?

La cosa bella della pizzica è che non ha età, attrae giovani e meno giovani, moltissimi turisti e ho scoperto uno spiccato interesse da parte dei più piccoli, se messi a conoscenza di questa nostra tradizione. Chi decide di seguire il corso lo fa, non solo per curiosità, ma anche per acquisire maggiore padronanza nell’esecuzione e consapevolezza dei passi, sebbene si tratti di un ballo popolare.

Data la pandemia ancora in corso, come ha vissuto la perdita del contatto fisico dal mondo della pizzica?

Durante i lockdown mi ero come bloccata. Non sono riuscita a muovere un passo in casa e nemmeno a seguire un corso online. I miei maestri lo sanno, mi conoscono. Sanno che ho bisogno dello scambio di sguardi e di quell’energia collettiva che si percepisce quando si frequenta in presenza.

Il mito del tarantismo da sempre ha suscitato curiosità nei turisti e ha fatto da volano al marketing territoriale. Chi non è salentino perché si avvicina al suo corso?

I danzatori delle piazze, dei palchi, dei social e della tv sono sicuramente il traino di tutta questa faccenda, arrivano subito allo spettatore, che vuole poi imparare a ballare come loro. L’ interesse musicale e storico, in realtà, arriva dopo, nella maggior parte dei casi.

Nell’attesa di una ripresa totale, e quindi del ritorno nelle strade e nelle piazze della magia del tarantismo, a cosa ha pensato per ripartire?

Siamo ripartiti la settimana scorsa, il 24 giugno per l’esattezza. Si è trattato di un primo incontro gratuito e aperto a tutti. Ci troverete ogni giovedì, dalle ore 19:00 alle ore 20:00, sino a fine settembre, negli spazi esterni della masseria Latronica. A seguire ci saranno concerti live di musica popolare che danno l’ opportunità di mettere in atto quanto appena imparato. Le dirò di più. In questa avventura ho voluto fortemente gli insegnanti che mi hanno accompagnata in questo percorso di crescita, personale e professionale. Saranno loro, infatti, i protagonisti degli stage. Stage che si aggiungeranno all’ abituale appuntamento settimanale, ai quali sarà ammesso anche chi non è iscritto al corso. A tal proposito vorrei ringraziare “SalentoX”  per aver sempre creduto in me.

La differenza sostanziale tra il tarantismo che ebbe modo di osservare De Martino e il tarantismo del concertone di Melpignano per intenderci, risiede innanzitutto nel mutato orizzonte culturale entro il quale il simbolo della taranta acquisisce significato e valore per i soggetti che a esso si richiamano. Prima della pandemia il simbolo, il nome, le musiche e le figure della danza nel momento in cui rivendicavano la propria identità con quella del passato stavano, in realtà, stabilendo una differenziazione. Lei quale pensa sarà il nuovo scenario culturale dopo tanti mesi di isolamento sociale, di reclusione in casa, di strade silenziose, di cambiamenti negli usi sociali?

Tutto si trasforma nel tempo e anche la pizzica ha subìto nuove influenze, come è giusto che sia. Personalmente sono aperta alle contaminazioni, io per prima ho voglia di sperimentare dopo tanta danza tradizionale. Accolgo ogni trasformazione purché sia vissuta come arricchimento culturale, nel pieno rispetto del passato, come il movimento elastico di una molla che si allunga e si muove in altre direzioni, ma che torna sempre al suo posto.

Nella situazione attuale in cui i contatti sono proibiti come si potrebbero ricontestualizzare gli incontri di ballo?

Ho voglia di parlare, di informare, di condividere quel che conosco sul tarantismo. Immagino il corso, non come una sequenza di passi da imparare, ma come un lasciarsi andare, sciogliendo le tensioni accumulate in questo periodo di chiusure forzate.

Il rapporto tra simbolo e concetto, tra sfera extrasensoriale e sfera della razionalità è stato uno dei temi fondamentali dell’opera demartiniana. Il mito e la realtà come si manifestano nel ballo?

Nel tarantismo la musica, il ritmo, la danza, i periodi dell’anno, l’arredo e gli oggetti rituali disegnano un paesaggio costituito dagli opposti che governano il mondo: uomo – donna, positivo – negativo, attrazione – repulsione, ritmo pari – ritmo dispari, vita – morte. La congiunzione armonica tra gli opposti è ciò che persegue la pizzica tarantata terapeutica del tarantismo. Entro tale logica musicale e coreutica binaria, il ritmo, in quanto ritmo – simbolo, è terapeutico per la sua forza implicita di ricongiunzione.

Concludo con le parole della Gallini: «se non fosse esistito il tarantismo se lo sarebbero inventato, perché era l’altrove dell’irrazionale, quello di cui si aveva bisogno per immaginarsi i luoghi sicuri della ragione».

Francesca Rossana Marra

Bibliografia: Sergio Torsello,“ Interviste sul Tarantismo”, edizioni Kurumuny, 2015.

Hub vaccinale di Galatina: un successo al servizio del distretto territoriale.

L’obiettivo più importante del governo Draghi al momento del suo insediamento era costituito sicuramente dall’attuazione del Piano Vaccinale. Era necessario incidere quanto prima sui dati della pandemia che, con riferimento ai contagi e ai decessi, nella seconda decade di febbraio, erano a dir poco allarmanti. Il passaggio del testimone per la responsabilità del Piano Vaccinale da Arcuri a Figliuolo è stato uno snodo fondamentale. Oggi, dopo 4 mesi, è tempo di tirare le prime somme.

Il Generale da subito ha fatto sentire la sua presenza improntata all’esaltazione della disciplina militare che, se applicata in altri campi, non è detto che possa dare sempre risultati eccellenti. Per nostra buona sorte così non è stato e l’Italia, nel Piano vaccinale, ha risalito la china lasciandosi alle spalle paesi come Francia e Spagna che, prima dell’avvento del Governo Draghi, erano sicuramente avanti. L’abilità di Figliuolo si è avvertita anche sul territorio, con sopralluoghi effettuati congiuntamente al Capo della Protezione civile Curcio che hanno avuto il merito di impartire indicazioni ben precise per assicurare un servizio efficiente. L’obiettivo era di raggiungere nell’arco di un mese le 500.000 vaccinazioni giornaliere. Raggiunto e superato. Chapeau!

Nella data in cui scrivo (20 giugno) si registrano i dati migliori da febbraio 2021 a oggi: 881 nuovi casi e 17 decessi, con un tasso di positività sostanzialmente stabile da alcuni giorni intorno alllo 0,5%. Questo report ci fa stare relativamente tranquilli, perché in autunno potranno tornare preoccupazioni ma non certamente paure, come quelle vissute nel 2020.

I centri vaccinali presenti sul territorio hanno funzionato bene, toccando in alcuni Hub l’eccellenza. Il centro vaccinale del Distretto Socio-Sanitario di Galatina si sta facendo apprezzare per il servizio efficiente che da subito è riuscito a organizzare a beneficio del territorio che vede compartecipi i Comuni di Soleto, Sogliano, Cutrofiano, Aradeo e Neviano. Per assicurare il servizio l’Hub si avvale di circa 40 unità costituite da medici, Infermieri, Oss, Unità della Protezione Civile oltre ad alcuni giovani del Servizio Civile. Le vaccinazioni vengono somministrate con celerità senza attese estenuanti. Tutti gli operatori hanno dato il massimo con una organizzazione spesso impeccabile, tutti con un sorriso di gentilezza per stemperare lo stress del momento. Quei pochi disservizi che si sono registrati sono stati da ascrivere alla carenza di vaccini soprattutto nel primo periodo del piano vaccinale. Il personale preposto con professionalità ha saputo prestare ascolto alle problematiche dei cittadini, cercando di inquadrare le situazioni cliniche dei pazienti, conciliandole con le disposizioni ministeriali in continua evoluzione, com’è successo per il vaccino AstraZeneca, che ha suscitato non pochi dubbi agli utenti.

Insomma una volta tanto, contrariamente all’abitudine tutta italiana per cui si tende a tacere sulle buone notizie, in questo nostro Paese qualcosa funziona bene ed è giusto riconoscere i meriti ai diversi attori. Secondo l’ultimo report della ASL di Lecce del 18/06/2021 nei paesi del Distretto di Galatina si è già raggiunto l’obiettivo di almeno una dose per circa la metà degli abitanti, dato che potrebbe far intravedere la luce per una immunità di gregge per la fine dell’estate e restituire ulteriore libertà dalle restrizioni legate all’epidemia, anticipando la corsa al virus per il nuovo autunno. Per tale motivo Galatina al Centro, che ho l’onore di rappresentare, esprime, interpretando il sentimento dei cittadini-utenti, un vivo ringraziamento all’ Amministrazione Comunale per la collaborazione assicurata per individuare la sede, assolutamente adeguata. Il ringraziamento va poi alla Polizia locale per il necessario servizio, che non ha fatto mai mancare, volto all’ordinato svolgimento delle operazioni. Ma gli operatori che vogliamo ringraziare in modo particolare sono i Medici, gli Infermieri, gli Oss, il personale amministrativo, i coordinatori e tutti i componenti del Distretto Socio-Sanitario di Galatina con gli Uffici preposti, le unità della Protezione Civile, i volontari e i giovani del Servizio Civile che tutti insieme con professionalità ed abnegazione si sono prodigati al massimo per offrire un servizio migliore ai cittadini-utenti, aiutando a guardare al futuro del nostro territorio con un nuovo ottimismo.

Galatina, attraverso competenza e programmazione, ha fornito un servizio essenziale per tutto il distretto territoriale che la circonda. Questo dato di fatto non può che rendere orgogliosa l’associazione Galatina al Centro. Speriamo che questo successo sia di esempio e di buon auspicio per il raggiungimento di nuovi traguardi per la nostra amata città.

Il Presidente
Vincenzo Specchia